Malasanità: quali sono i tempi per denunciare un fatto
Hai subito un’operazione oppure un tuo parente si è appena operato? Se ci sono state piccole o gravi conseguenze siamo di fronte ad un’episodio di malasanità. Con questo termine solitamente si indica una carenza da parte del medico sanitario rispetto alle prestazioni fornite. Prestazioni che hanno causato un danno reversibile o irreversibile al paziente. In questo caso come ci si può muovere per ottenere un risarcimento? L’ideale è rivolgersi ad uno studio legale per malasanità specializzato in questa materia perché si tratta di un ambito complesso in cui serve una profonda conoscenza degli aspetti legali, medico legali e relativi alla medicina specialistica.
I termini per denunciare un episodio di malasanità
Chi vuole intraprendere una richiesta di risarcimento attraverso vie legali deve rispettare determinate tempistiche. Per prima cosa se si intende proseguire su questa strada bisogna mettere al corrente le autorità. Solitamente si procede con una querela nel caso in cui il paziente sia vivo ma abbia subito grossi danni alla propria persona. Nel caso in cui, invece, il paziente sia deceduto a causa di un errore medico occorrerà procedere tramite denuncia. Una volta che si sceglie di procedere per via legali e si sono messe al corrente le autorità competenti si avvierà un procedimento di tipo legale.
Per avviare questa procedura il paziente ha 3 mesi di tempo per sporgere la querela. Mentre in caso di morte i famigliari non hanno limiti di tempo prestabiliti anche se chi vuole denunciare un ospedale ha solitamente 10 anni per farlo (dopo il reato può essere prescritto). Il tempo scende a 5 anni per chi intende denunciare l’operato di un medico mentre sale di nuovo a 10 anni in caso il medico sia stato scelto proprio dal paziente. Solitamente possono sporgere denuncia i famigliari, il paziente stesso, l’avvocato (che agisce per conto dei propri clienti), un rappresentante per minori o incapaci d’intendere.
Anche una terza persona che è conoscenza di un reato può agire e querelare o denunciare una situazione di malasanità. Ovviamente si consiglia di procedere per questa via solo se i fatti sono documentabili, si possono dimostrare e il paziente è andato contro a gravi mancanze da parte del personale medico. Il rischio è infatti quello che la controparte sporga una denuncia per calunnia. Ecco perché è sempre bene farsi consigliare da un avvocato che conosce bene questa materia.
Come si denuncia e cosa dice la legge
Questo è un ambito delicato in cui occorre destreggiarsi con conoscenza e prudenza. Per denunciare un fatto grave bisogna essere in grado di ricostruire l’intera vicenda e dimostrare – fornendo tutta la documentazione utile – che la morte è avvenuta come conseguenza alla negligenza dei sanitari. Solitamente l’avvocato richiede anche l’intervento di un medico legale in modo da portare prove concrete al caso. In caso di negligenza meno grave (come paralisi, per esempio) l’iter sarà simile: ovvero servirà portare la documentazione e le prove necessarie per dimostrare che una certa situazione è stata la conseguenza di quel determinato intervento medico.
Esiste una legge, la n. 24 GU 17 di marzo 2017, che riguarda le disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita. Qui vengono approfonditi anche gli aspetti delle responsabilità professionali delle professioni sanitarie rispetto al paziente. La legge tiene conto delle esigenze del paziente, tra cui la cura e la sicurezza della persona assistita, per andare incontro al diritto della salute. Bisogna però sempre tenere conto che la materia che riguarda la malasanità e il diritto della medicina è vasto e molto complesso. Per questo ogni caso verrà sviscerato per comprendere se davvero un danno è stato provocato da un sanitario o dall’equipe medica, andando a capire e quantificare anche i danni subiti.